L’idea iniziale del laboratorio trova spunto nel lavoro del grande sceneggiatore e teorico del cinema italiano Cesare Zavattini, il quale raccontò il suo paese, Luzzara, in un libro fotografico  intitolato appunto “Un paese”, mixando con sapienza le testimonianze dirette e personali dei suoi abitanti e le fotografie di Paul Strand, considerato uno dei grandi fotografi americani. Da qui l’idea di un racconto della città intimo e personale, il contrario insomma di una guida turistica, il cui linguaggio è solitamente freddo e impersonale.

I ragazzi, attraverso il linguaggio audiovisivo, hanno percorso proprio la storia della città, non quella scritta nei libri, ma quella vissuta e filtrata dal ricordo di genitori, nonni, parenti e sconosciuti incontrati per strada e intervistati al momento. Ricordi personali, quotidiani, intimi, gioiosi, tristi, dolorosi, ma sempre in stretta relazione allo spazio cittadino e alle sue inevitabili trasformazioni.
Il laboratorio, ideato e realizzato dal Cineforum Teramo con il sostegno della Fondazione Tercas e del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ha permesso quindi ai ragazzi di scoprire luoghi del passato della città come  L’Arco di Monsignore, la Fontana delle Piccine, il Ponte degli impiccati, Piazza Verdi, Palazzo Melatini, via delle Cererie, la Caserma dei vigili del Fuoco in Piazza Sant’Anna, la Casa Francese, il vecchio cimitero, solo per citarne alcuni.
Quello che risulta allora dalla visione di IO SONO STATO QUI,  è una sorta di cartografia della memoria creata da ragazzi di età e istituti differenti, che ha favorito in loro la scoperta della realtà viva del passato emersa attraverso l’occhio dell’obiettivo. Al di là di ogni lirismo o compiacimento nostalgico, e sopratutto al di là delle polemiche che spesso infiammano i social sulle nostre trasformazioni urbanistiche, il racconto ha fatto affiorare che ciò che siamo è strettamente connesso al senso di territorio e di comunità.
IL PROGETTO IN CIFRE:
97 le persone intevistate
15 ore di materiale filmato
12 giornate di ripresa
53’ la durata complessiva del montaggio
47 gli alunni coinvolti
2 istituti scolastici
22 i luoghi citati e raccontati
102 anni l’intervistata più anziana
32 anni l’intervistato più giovane
l’arco di monsignore è stato il luogo più citato
l’ECA (ente comunale assistenza) il racconto più commovente
SULLA LAVORAZIONE:
Durante le riprese gli studenti hanno intercettato numerosi volti noti della città:
– Don Aldino, parroco del Duomo, che ha raccontato i motivi che portarono, alla fine degli anni ’60, alla distruzione  dell’Arco di Monsignore;
– la professoressa Maria Gabriella Esposito che ha testimoniato sull’importanza del ricreatorio Gemma Marconi per la vita economica e sociale della città;
– il Signor Mario Ferrante, dell’omonima Agenzia di Viaggi, testimone dei quattro rifacimenti della Pavimentazione di Piazza Martiri;
– l’artista Sandro Melarangelo che, tra le altre cose, ha condiviso con gli studenti il suo ricordo d’infanzia sulla frequentazione dei portici di “Fumo” con il padre Giovanni;
– il pediatra Giancarlo Lanciaprima ha ricordato l’impresa del padre che sfuggi alla fucilazione nazista grazie alle sue ben note doti di velocista.

 

L’esperienza del corso è stata bellissima. Abbiamo incontrato una signora di 102 anni che ci ha detto che a Piazza S.Anna c’era una caserma dei pompieri e che lei si svegliava con la sirena. Il lavoro mi è piaciuto tanto perchè per la prima volta mi sono sentito parte di un gruppo. E’ stata una cosa che ricorderò per tutta la vita. Ho fatto il fotografo con la Canon di mio padre e il ciak.

Federico

studente, Istituto Comprennsivo Savini, San Giuseppe, San Giorgio

Fare le interviste in giro per le Teramo è stato veramente bello. Alcune storie erano interessanti, altre un pò meno ma comunque belle. Alcune storie potevano far sentire felice, triste o spaventato che raccontava e  poi queste emozioni venivano trasmesse a chi ascoltava. Non tutte le persone si facevano intervistare: qualcuno perchè andava di fretta, altri perchè non volevano farsi riprendere e altri ancora perchè non erano di Teramo ma alla fine di trovava sempre chi era disposto. Questo progetto mi ha fatto scoprire molte cose di Teramo che non conoscevo e capire la nostra città è molto importante e che siamo noi a doverla proteggere. La storia che mi ha incuriosita di più è quella di un signore che ci ha raccontato di come suo padre, soldato italiano, con le sue doti atletiche è sfuggito alla morte dai tedeschi, durante la seconda Guerra Mondiale….Questa storia mi ha trasmesso tristezza per la morte dei compagni e felicità per la sua salvezza. La mia città resterà sempre speciale perchè ha tante belle cose da vedere ma anche tante storie da raccontare.

Agnese

studente 1a media, Istituto Savini-San Giuseppe-San Giorgio

Ques’anno con i prof abbiamo sviluppato un progetto, Io sono stato qui. Abbiamo fatto degli incontri pomeridiani alcuni in classe in cui vedevamo i video delle interviste alle persone e altri con escursioni sul territorio nelle quali ci facevamo raccontare la storia della Teramo antica e moderna. Per me è stata un’opportunità ottima perchè non conoscevo quasi nulla della mia città. Alcuni posti in cui siamo andati già li conoscevo, ma non sapevo la loro storia. I posti più belli sono stati: Piazza S.Anna con la chiesa antichissima e piazza Garibaldi dove è stato costruito l’Ipogeo che viene usato per mostre e spettacoli vari.  A Piazza Sant’Anna abbiamo incontrato un’anziana di 102 anni! E’ stata un’esperienza molto utile non solo perchè conosco meglio la mia città e la sua storia ma anche perchè ho trovato persone disponibili e felici di parlare con noi, anche se alcune forse per timidezza  rifiutavano di fermarsi. Mi sono rimasti nel cuore la bellezza della mia città e il viso dell’anziana incontrata a Piazza Sant’Anna.

Emanuele

studente, Istituto Savini-San Giuseppe-San Giorgio

Alcuni estratti delle più di cento interviste realizzate dai ragazzi che hanno partecipato al progetto IO SONO STATO QUI.

IOSONOSTATOQUI#1

Franco il falegname racconta quando mangiava a pranzo nel dopo scuola nella mensa collegata alla scuola. Questo video  rende subito l’idea dell’autenticità del rapporto istaurato dagli studenti con i cittadini intercettati casualmente: in un momento del video (1’07”) si nota nella mano una “cremonese” la maniglia che si monta nelle finestre. Franco il falegname infatti è stato preso al volo in un trasferimento dal suo laboratorio alla casa di un cliente. Racconta molto dell’approccio avuto anche la parlata in dialetto e il rapportarsi in maniera diretta con gli studenti.

IOSONOSTATOQUI#2

Qui si può capire come funziona il progetto didattico nella pratica delle riprese: il passante viene intercettato e subito invitato a raccontare un proprio ricordo legato al luogo in cui si è in quel momento. Un ragazzo riprende con la telecamera, un altro tiene il microfono, uno pone le domande e gli altri ascoltano. A turno si invertono nei ruoli. Non esistono ricordi migliori di altri e nelle storie di ognuno è possibile intercettare preziose testimonianze.

IOSONOSTATOQUI#3

Questo è il racconto più toccante. Il sig. Arnaldo ci racconta con estrema lucidità e precisione di circostanze che hanno segnato profondamente la sua infanzia, legata al ricordo della madre. Un unico piano sequenza, una singola inquadratura che ti costringe all’apnea.

IOSONOSTATOQUI#4

Nell’incontro con la Prof.ssa Maria Gabriella Esposito si scopre la potenzialità enorme del progetto: nell’approccio con i passanti, nel chiedere un proprio ricordo, si possono fare incontri fulminanti con testimonianze che non sono più ricordi personali, ma perle sintetiche di una vita di studi e riflessioni.
Da questo incontro il progetto ha preso una piega più ampia e complessa: ci si è accorti – i ragazzi si sono accorti – che dall’incontro casuale poteva giungere una lezione di vita.

IOSONOSTATOQUI#5

Nell’incontro con Berardo c’è tutto il senso semplice e attrattivo del ricordo personale puro. Nelle sue parole non c’è nulla di sconvolgente o straordinario, nessuna lezione di vita, niente verità assoluta, ma si è catturati per la fascinazione che si subisce, da sempre, nel sentir raccontare storie.5

 

IOSONOSTATOQUI#6

Questo brano, il più lungo, è il più complesso e articolato, giacché dal luogo fisico dell’intervista – inevitabilmente in terra di lotte partigiane – si passa al ricordo più ampio, legato ai luoghi della seconda guerra mondiale in generale. I ragazzi hanno potuto documentare, dalla viva voce dei protagonisti o dei testimoni oculari, ricordi legati al periodo bellico. Tra gli intervistati una ultra-centenaria che ha vissuto in prima persona l’accoglienza degli sfollati, tema quanto mai cogente in questo periodo.

 

IOSONOSTATOQUI#7

Un altro racconto legato ad un luogo specifico: il ponte a catene, un passaggio mitico per tutti i teramani che hanno vissuto l’esperienza di attraversarlo sentendone le oscillazioni. Anche qui: nulla di straordinario se non il ricordo semplice e poetico di un momento anonimo ma carico di spensieratezza preziosa.

IOSONOSTATOQUI#8

Infine dai luoghi si passa alle persone che hanno dato un senso ad un luogo specifico. È il caso di Normanno Focosi, gestore di un alimentari ormai chiuso, che  nell’immaginario di moltissimi teramani è la personificazione di un personaggio quasi fiabesco. Ecco allora che il ricordo raccontato diviene tradizione orale, un passaggio di consegne di emozioni e storie personali.